I successivi due riguardano la spasmodica attenzione nei confronti della capacità dello studio di generare liquidità e di costruire il proprio modello di business (il sistema di offerta che consente allo studio di generare valore per i clienti e di sostenere il proprio vantaggio competitivo) intorno a ciò che genera “cash”. Se questo è vero in assoluto per le aziende, lo è tanto più per gli studi, per i quali, però, essendo meno avvezzi ad adottare delle regole organizzative interne, concentrarsi sulla propria liquidità implica un cambio radicale di mentalità.
Da un lato, infatti, diviene indispensabile monitorare costantemente le entrate –ossia adottare delle efficaci e sistematiche procedure di recupero crediti, abbandonando l’idea, una volta per sempre, di farlo in modo estemporaneo e destrutturato. Dall’altro si afferma la necessità di programmare le uscite e, quindi, di entrare nell’ottica di preparare un vero e proprio business plan di studio –smettendo così di limitarsi unicamente a tenere tracciate le spese dopo che si è alleggerito il conto in banca.
Il terzo elemento chiave “Riconsiderare i propri clienti in base al loro valore
Infine, l’ultimo elemento chiave riguarda il “cliente interno” –le risorse umane dello studio. Chi riuscirà a convincerle che il “cash” è sovrano e a lasciarle libere di fornire il proprio punto di vista e avanzare proposte per avviare nuove attività che migliorino le entrate, avrà ottime chance di traghettare lo studio oltre la crisi.
Giulia Picchi - marketude
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